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Scent of brand
Sara Nissoli

Avete mai sentito parlare di Flame? Si tratta di un profumo da uomo lanciato da Burger King, celebre catena di fastfood americana, quattro anni fa, in prossimità delle feste natalizie.

La notizia fece il giro del web e se ne parlò anche nei principali canali tv Usa. Già il fatto che un fastfood producesse un profumo suonava strano, quando poi si venne a sapere che si trattava di un profumo all’aroma di hamburger? Sì perché Flame sapeva di Whopper (uno dei panini più amati della catena), per questo venne sconsigliato ai vegetariani. Il prezzo sul mercato si aggirava attorno ai quattro dollari, pochissimo, meno di un menu medio. Un fake? Probabilmente ne produssero qualche flaconcino, ma non venne mai ufficialmente venduto (chissà chi l’avrebbe comprato, oltretutto). Sta di fatto che se ne parlò, MacDonald non inventò niente di simile, quindi tutto di guadagnato per Burger King. L’idea fu di Crispin Porter + Buguski Florida.

È invece di qualche settimana fa la notizia dell’esistenza di un altro profumo curioso, quello all’aroma di MacBook Pro nuovo di zecca. Fondamentalmente ciò che si respira quando apriamo quei bellissimi pack Apple. L’idea questa volta non è una trovata pubblicitaria, e non viene da alcuna agenzia. Si tratta piuttosto di un’istallazione pensata da un collettivo artistico australiano, Greatest Hits, ed esposta a Melbourne. L’opera non vuole essere esplicitamente una denuncia, ma intende far riflettere. Quando il collettivo è stato intervistato, ha parlato di “aura” Apple, ovvero di tutto ciò che questo brand si porta dietro. Niente di nuovo, la teoria del lovemarks ha ormai qualche anno. Ma l’idea di creare un profumo che fondamentalmente sa di plastica e che allo stesso tempo ci piace e ci risveglia sentimenti è interessante. In un’epoca in cui la tecnologia invecchia nel momento in cui nasce, è importante preservare l’essenza (appunto) stessa del brand, che non si riconosce più in un solo prodotto (pensate a Apple: cosa amate di più? L’iPhone? L’iMac? L’iPad? È dura). Amiamo Apple? Amiamo anche l’odore di plastica. Sentiamo questo profumo? Ripensiamo all’emozione del nostro primo acquisto Apple.

In ogni caso per ora si tratta solo di un’idea. Chiedete un Eau de Mac in una profumeria qualunque: vi guarderanno come se veniste da Marte.

 

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