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DA BILL 12: LA RAGAZZA DELLA 3° C.
Arnaldo Funaro

Nello speciale su Bambini e pubblicità su Bill 12 c’è anche qualche case history e qualche testimonianza personale di pubblicitari italiani. Aggiungiamo allo speciale questo inedito, con il quale Arnaldo Funaro, dc Gruppo Roncaglia, risale alla prima campagna della sua vita. Ai tempi della scuola elementare.

Questa è una storia vera. È successa proprio a me. No, non vi dirò chi sono o la mia carriera sarà finita. Ma vi dirò chi ero: un bambino di undici anni che arrivato in prima media fece la cosa più stupida che si può fare, innamorarsi della più bella della scuola.

Illustrazione onirica per i pannolini GoodNites. Campagna firmata da Diamon Ogilvy Seoul, 2009.

Illustrazione onirica per i pannolini GoodNites.
Campagna firmata da Diamond Ogilvy Seoul, 2009.

Chiamatemi pure Mario 1° E. Lei, invece, si chiamava Barbara 3° C e ai suoi occhi ero invisibile, come tutti gli altri maschi che la ricoprivano di fiori e cioccolatini.

Li guardavo, questi scemi, sgomitare per portare lo zaino a lei e alle sue amiche brutte pur di fare cento metri al suo fianco; li guardavo riempire i muri della scuola con le solite scritte accanto a cuori mezzi storti: “Barbara 3° C bona!”, “Barbara 3° C per te o perso la testa!” (e anche l’anno, vista la grammatica).

Li guardavo e pensai: “Se non sei famoso, non sei nessuno”. Quel giorno, al suono della campanella andai al terzo piano, e ricoprii di scritte – headline diremmo oggi – il corridoio che portava in 3° C: “Mario 1° E sei bellissimo!”, “Mario 1° E ti amo!!”. Dove altro potevo scrivere? Al bagno delle femmine, ovvio! Il giorno dopo ero così famoso che Barbara 3° C scese due piani pur di vedermi. E con lei tutta la scuola. Davanti si trovarono un mingherlino, con l’apparecchio ai denti e i capelli tagliati da un serial killer. Ero bruciato per sempre.

“A great ad campaign will make a bad product fail faster”, diceva Bill Bernbach. Peccato non fosse un mio professore. Non avrei sprecato, a undici anni, l’unica grande campagna della mia vita.

Il resto dello speciale è su Bill 12.

"L'importante è che siano in salute." Leo Burnett Brasile per Kellog's, 2009.

“L’importante è che siano in salute.”
Leo Burnett Brasile per Kellog’s, 2009.

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