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BUNKER – MODENA
Viaggio in Italia

Non esiste un mondo della pubblicità, non c’è soltanto Milano. Tutta l’Italia comunica. Viaggio in Italia è la rubrica di Billmagazine che bussa alla porta delle agenzie del paese per farsi raccontare cosa succede. Oggi siamo a Modena, ospiti di Bunker, che a dispetto del suo nome ci ha aperto volentieri la sua porta.

Parlateci un po’ del vostro studio. Cosa fate, dove siete, quanti siete?

Siamo ai bordi del centro storico di Modena, a pochi passi dalla stazione e da Piazza Grande, la piazza centrale col Duomo e la Ghirlandina, entrambe parte dell’Unesco, nonché a pochissimi passi da una delle migliori e più note trattorie del centro, il buon Ermes, dove tra l’altro lo studio è nato più di 6 anni fa. In studio siamo una decina: tra project manager, grafici, programmatori e social media strategist. Bunker è nato unendo precedenti esperienze dei soci nella comunicazione online e offline. In questi anni siamo riusciti a raggiungere lo scopo primario che ci eravamo posti: avere in portfolio un numero circoscritto di clienti ma per i quali seguire tutta la comunicazione, dalla corporate identity al web, dal mobile ai social. Spesso i clienti sono arrivati attraverso una di queste ‘porte’ e da lì sono stati coinvolti in altri processi della comunicazione di cui un brand ha bisogno. I nostri clienti sono a Milano, Padova, Bologna. A Modena lavoriamo poco, è stato così fino da subito.

Come sono i vostri ritmi di lavoro?

«Folli» rende abbastanza l’idea? :) Scherzi a parte non ci possiamo lamentare, forse siamo nati e cresciuti nel momento giusto e con un sapiente mix di competenze, in costante aggiornamento, ma parlando solo degli ultimi mesi, da settembre ad oggi, siamo riusciti a progettare e realizzare molte commesse importanti, che in anni passati avrebbero avuto bisogno di molto più tempo. Gran parte del merito va alla splendida squadra che abbiamo costruito. Per noi è una famiglia; è un cerchio magico, quando per qualche ragione manca qualcuno, lo sentiamo tutti.

Com’è la vostra sede?

Bunker inizialmente aveva sede in un open space sopra la tipografia di cui siamo soci, poi l’anno scorso abbiamo sentito il bisogno di trasferirci in spazi più consoni alle esigenze che stavano maturando. Siamo stati fortunati, abbiamo trovato subito l’ex studio di un avvocato, parquet e muri bianchi, stanze con porte scorrevoli e ampie finestre; un vecchio palazzo ai confini del centro storico, con un affitto ancora accessibile.

Sulla vostra pagina facebook consigliate, ogni settimana, un libro per il week end: non solo grafica e design, ma anche romanzi, racconti, filastrocche. Perché secondo voi per un creativo leggere è importante?

Leggere è importante a prescindere. Guardare le statistiche sulla lettura in Italia fa piangere il cuore. A noi premeva segnalare che spesso nel nostro mestiere le intuizioni e le idee vengono leggendo altro, lasciandosi stimolare da altre tematiche, come i libri d’illustrazione, che noi amiamo particolarmente, che in alcune occasioni abbiamo impaginato e ci hanno messo in contatto con realtà straordinarie. Ci piace ovviamente segnalare libri di grafica o di tipografia, che sono stati importanti per la nostra formazione; ma la formazione stessa, per sua natura, ha diversi approdi e prende spesso direzioni non razionali. Quindi spazio anche a romanzi di autori del passato che abbiamo riscoperto, e a nuove forme del comunicare.

Dove andate in pausa pranzo?

Se si esclude la nostra trattoria preferita, tutte le nostre mete sono occasione di due passi a piedi: dal bar di fronte che ha il miglior cappuccino di Modena, alla mensa dei ferrovieri, un ambiente dai risvolti sociali curiosi, l’operaio mangia un piatto di pasta a fianco del colletto bianco; verso il centro c’è lo storico Bar Schiavoni, ogni giorno cinque panini diversi; il mercato coperto con frutta e verdura e per i giorni golosi l’Angiolina, dove gustare un caffè al cioccolato. Quello che cerchiamo di fare sempre, però, è pranzare tutti insieme, quando è possibile.

Negli ultimi tempi sono nati diversi siti e blog che raccontano il mondo pubblicitario e quello del design. Ma non si va mai oltre Milano, Roma e Torino. Cosa ne pensate?

Anche se possiamo constatare che sempre più spesso è dalla provincia che vengono le sperimentazioni e novità più interessanti, è comunque nelle grandi città che queste trovano spazio di espressione e cassa di risonanza. Nella nostra esperienza la maggior parte delle collaborazioni che abbiamo avuto su alcuni progetti erano con figure che venivano da città medio-piccole, ma il lavoro su cui li abbiamo coinvolti riguardava clienti che operavano nelle grandi città. Ci sono poi anche clienti, importanti, che vengono dalla provincia ma hanno un business internazionale. È grazie ai loro budget se siamo riusciti a fare alcuni progetti di un certo livello.

Cosa si vede dalla vostra finestra?

Si vede lo scorcio di un giardino stupendo, con alberi grandi, che sale di livello fino a raggiungere una torretta abbandonata, da cui i proprietari di fine ’800 vedevano le corse dell’ippodromo retrostante; la forma della costruzione ricorda un’ambientazione fantasy. Siamo riusciti a vedere tutto questo in una rara e irripetibile occasione. Ora il giardino è inaccessibile per volontà del proprietario. Speriamo cambi idea!

Ora possiamo salutarci. Fatelo a modo vostro.

Qua ci vorrebbe la «massima» di uno dei nostri programmatori. Sono giochi di parole che nascono di getto durante il lavoro e che ci fanno rotolare dalle risate. Fuori contesto ci siamo accorti che purtroppo perdono molto appeal, vanno vissute sul momento. Proviamoci lo stesso (se poi vi piacciano basta cercare #massime sul nostro account Twitter @bnkr_it per trovarne altre): «Polvere all’aspirapolvere, cenere al posacenere», «Incidente durante una battuta di Captcha», «Siamo addirittura in arrivo».

 

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